Autore: Calcio IN EVIDENZA Sport

Anche il calcio brindisino piange la scomparsa di Gianni Di Marzio

(a. cel.) – La scomparsa di Gianni Di Marzio (aveva 82 anni) colpisce anche il calcio brindisino poiché nella stagione 1973/74 (la seconda delle quattro della storia biancoazzurra in serie B) guidò la squadra del commendatore Franco Fanuzzi (nella foto di copertina con l’allenatore) dalla prima alla diciannovesima giornata del campionato cadetto: esordio vittorioso ad Avellino (2-3) il 30 settembre 1973, pareggio senza reti con la Reggina il 3 febbraio 1974, ultimo atto della sua esperienza in Puglia (il 9 dicembre 1973, undicesima giornata, per Brindisi-Parma andò in panchina Raffaele Pierini dopo un incidente automobilistico dello stesso Di Marzio).

Diego Armando Maradona e Gianni Di Marzio

Negli anni Settanta Gianni Di Marzio, che è stato anche dirigente sportivo e consulente societario, aveva guidato il Catanzaro nella stagione della promozione in serie A e nel 1977 il Napoli, condotto sino alla finale di Coppa Italia. In queste ore giornali e siti ricordano che fu proprio lui a scoprire in Argentina Diego Armando Maradona, giovanissimo, segnalandolo al presidente partenopeo ingegner Corrado Ferlaino, ma l’operazione non fu concretizzata per la chiusura delle frontiere al mercato calcistico; e fu sempre lui, di fatto, a scoprire Cristiano Ronaldo prima della «esplosione» di CR7.

Un giovanissimo Gianluca Di Marzio con papà Gianni

E’ stato il figlio Gianluca, giornalista Sky e grande esperto di mercato (recentemente a Brindisi per la presentazione del suo libro «Grand Hotel calciomercato» a Palazzo Nervegna, accompagnato da Fabrizio Caianiello) a dare la dolorosa notizia: «E adesso potrai finalmente allenarlo il tuo caro amato Diego – recita il messaggio condiviso sui social -. Sei stato un grande papà, mi hai insegnato tutto e non sarò l’unico a non dimenticarti mai». Il messaggio di Claudio Ranieri da Londra: «Addio Gianni, sei stato il mio allenatore per cinque anni e mio grande amico per tutta la vita: se sono allenatore lo devo a te. Ora posso solo condividere il dolore di questa tua ultima notizia con Tucci e Gianluca. Mi mancherai, tantissimo». Nella foto un giovanissimo Gianluca di Marzio con papà Gianni. La direzione e la redazione di Agenda Brindisi partecipano al dolore di Gianluca per questo gravissimo lutto.

Gianni Di Marzo e Luis Vinicio

DI MARZIO A BRINDISI – Gianni Di Marzio era poco più che trentenne quando il presidente Franco Fanuzzi, con una felice intuizione, andò a prenderlo a Castellamare di Stabia dove si era messo in evidenza nel campionato di serie D. A Brindisi arrivò nell’estate del 1973 per sostituire Luis Vinicio, che lasciava un’impronta indelebile nel calcio brindisino. A Brindisi si trovò subito catapultato in serie B. L’inizio fu entusiasmante: 5 vittorie e tre pareggi nelle prime 11 giornate; poi l’incidente automobilistico sulla strada per la Campania. Incidente che incrinò il suo rapporto con la squadra e con la società. Seguirono 5 pareggi e 3 sconfitte che gli furono fatali e portarono all’esonero e alla sua sostituzione con Egizio Rubini. Dopo Brindisi la sua carriera è andata avanti sulle panchine di Catanzaro, Napoli e Catania in serie A, ma anche Genoa, Lecce e tante altre esperienze. Dopo una lunga carriera da tecnico la decisione di effettuare il gran salto dietro una scrivania da dirigente dove ebbe altre importanti soddisfazioni. (Roberto Guadalupi)

LIBRO «DI MARZIO RACCONTA DI MARZO»: SERVIZIO DI AGENDA BRINDISI (2013)

Un libro su mister Gianni Di Marzio scritto dal figlio Gianluca «Di Marzio racconta Di Marzio». Pura simmetria nel titolo. Simmetria accennata anche nei ruoli. Già. Perché il primo Di Marzio è un giornalista e conduttore televisivo, il secondo un dirigente e consulente di mercato, uno che in tv fa anche il commentatore ma preferisce vivere il calcio da addetto ai lavori. Perché lo ha sempre fatto, perché un grave infortunio gli ha permesso di affinare le sue doti di tecnico. Il primo davanti alle telecamere, il secondo sulle panchine di mezza Italia. Primo e secondo, affatto casualmente figlio e padre accomunati da una grande passione vista e praticata da diverse angolazioni. E così accade che un giorno il figlio giornalista si metta davanti a un pc per ricostruire la lunga strada del padre, l’allenatore ricordato con affetto in tante piazze tra cui Brindisi, dove in piene stagioni cadette raccolse l’eredità di Luis Vinicio per rilanciare le fortune della serie B. Gianluca Di Marzio, in quota all’ammiraglia sportiva Sky, scrive di papà Gianni, una vita dedicata al calcio tra mille incroci e aneddoti, personaggi e imprese da riempire pagine di ricordi. Come quelli legati alla panchina biancoazzurra, cui Gianluca dedica l’incipit del suo eBook. Stagione 1973-74. Vinicio era a Napoli a cullare le ambizioni partenopee in serie A, Di Marzio, appena trentaquattrenne, a Brindisi grazie alle referenze rese al commendatore Franco Fanuzzi (foto) proprio dall’allenatore di Belo Horizonte. Il primo capitolo gira attorno a un giorno che non fu come tutti gli altri, perché avrebbe segnato il destino di Gianni Di Marzio sulla panchina brindisina. Il 3 dicembre 1973, all’indomani del pareggio per 1-1 a Catania, il tecnico campano era corso a Napoli a bordo della sua Mini Minor color grigio, ad aspettarlo la moglie Tucci, nulla di male se solo non avesse abbandonato le consegne della squadra. Il viaggio ebbe gravi ripercussioni sui rapporti con il presidente e fu doppiamente sfortunato perché Di Marzio restò coinvolto in un grave incidente d’auto tra Pompei e Angri. Il Brindisi viaggiava senza soste sul treno della serie A, il 9 dicembre 1973 la vittoria contro il Parma, grazie alla doppietta di Pietro Michesi, avrebbe suggellato il primato in classifica a braccetto con l’Ascoli e le cento presenze di Tonino La Palma con la V sul petto (premiato dall’allora assessorecomunale allo Sport Franco Caiulo). In panchina c’era il vice-allenatore Raffaele Pierini. Presto però la squadra iniziò ad arrancare, l’idillio tra il massimo dirigente e il tecnico si era fatalmente spezzato e l’esonero giunse alla ventiduesima giornata con il subentro di Egizio Rubino, cognato del celebre Oronzo Pugliese.

Gianluca Di Marzio (giornalista Sky)

Ogni allenatore ha con sé una pietra miliare, e la parentesi a Brindisi ha rappresentato per Di Marzio il viatico di una carriera consacrata ai più alti livelli. L’anno successivo ripartì da Catanzaro, dove perse lo spareggio per la promozione in serie A contro il Verona al «Liberati» di Terni (0-1 alla fine di una giornata funestata dalla tragica scomparsa di un tifoso calabrese, Carlo Maria Talarico), il Brindisi aveva perso intanto il massimo dominus della sua storia, Franco Fanuzzi, ma era riuscito a salvarsi all’ultima giornata con lo storico pareggio di Arezzo (1-1 con rete ospite di Corrado Marmo) del 22 giugno. Il muro della serie A cadde l’anno successivo, a Catanzaro, di quel gruppo forgiato da Di Marzio e Ceravolo facevano parte anche Michesi e Novembre (oltre ai vari Palanca, Pellizzaro, Banelli, Improta, Ranieri, Silipo e Braca), pezzi pregiati provenienti dal Brindisi. «Gianni Di Marzio è un personaggio tutto da raccontare – sottolinea Ubaldo Novembre, portiere del Brindisi edizione 1973-74 al fianco di Maschi e Di Vincenzo -, con tutti i tratti tipici del napoletano verace. Un allenatore scaltro, capace di leggere la partita come pochi, una faina sempre pronta ad anticipare le mosse dell’avversario. Colpiva la sua esuberanza, quella di una persona autentica che non te le manda a dire. E poi la sua scaramanzia, da degno partenopeo. Negli anni Settanta le squadre viaggiavano sempre in pullman e bastava un gatto nero per guastargli l’umore e vederlo esibirsi in mille e più scongiuri. Arrivava anche a cacciare dall’albergo tifosi che a suo dire non portavano bene. In bocca al lupo a Gianluca per questa interessante e lodevole iniziativa. Lo ricordo piccolo a Catanzaro seduto in panchina mentre il papà era impegnato a lavorare». Brindisi è solo un capitolo di una storia. Continuata in campo e ancora dopo con incarichi dirigenziali a Cosenza e Venezia, e collaborazioni con la Juventus e gli inglesi del Queens Park Rangers. A Di Marzio il merito di aver scoperto per primo il talento di Diego Maradona, ancora diciassettenne, e di Lionel Messi ai Mondiali Under 20 del 2005 nei Paesi Bassi. Il libro ricompone oggi quella storia attraverso un filo narrativo piacevole che traccia le stagioni di un maestro di calcio, i suoi momenti, i trionfi e le difficoltà, che insieme messe in fila fanno una vita. Fotogrammi che oggi ricordandosene Di Marzio manda giù d’un fiato, come il lettore il libro, tante tessere che l’uomo, o forse il destino, incastrano per fare un disegno perfetto. L’incontro con Stefano Borgonovo, alla cui Fondazione sarà destinata parte del ricavato del libro, il rapporto con Corrado Ferlaino e quello con Vinicio, suo testimone di nozze e poi continuatore sulla panchina azzurra, la tattica pura e le astuzie pensate per tenere a freno gli avversari, come l’erba alta o il campo zuppo d’acqua. Il libro di Gianluca Di Marzio è un album speciale, uno scrigno di emozioni che racconta tutta insieme una vita intensissima offerta al calcio. (Servizio di Roberto Romeo)

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