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Brindisi, l’incubo dei pali invisibili

Tranquilli, il titolo non si riferisce all’ultimo horror in uscita, ma più semplicemente ad una deleteria patologia di … arredo urbano. Subito dopo la mitica «Conca», piccole insenature accolgono i patiti dei «bagnetti allo scoglio», rinomata specialità locale. In particolare, prima di un curvone, c’è una minuscola oasi di tamerici «salmastre ed arse» meta ambita anche per i parcheggi ombrosi.
Da circa un mese, un paio di stalli sono diventati pericolosi: i poveri bagnanti, quando vanno via, nel fare retromarcia spesso prendono in pieno il paletto grigio-invisibile di un subdolo segnale stradale. Imprecazioni a parte, cosa sarà segnalato di tanto importante su quel cartello? Tenetevi forte … «Bande rumorose». Ohibò, forse l’importante segnalazione si riferisce al passaggio di bande musicali itineranti particolarmente chiassose? Ma no, le «bande» sono solo quelle modeste striscette rialzate che «dovrebbero» far rallentare il traffico. E perché mai i mezzi in transito dovrebbero andare più adagio se, per tutto quel pezzo di costa, e già a partire dal Casale, ci sono almeno una ventina di segnali che impongono la velocità massima di 40 Km/h e altri ancora con la scritta «Rallentare!»? Il fondato sospetto è che, da parte di qualcuno, ci sia come un sacro furore impalatorio dovuto all’esigenza di esaurire le scorte presenti in magazzino. La superfetazione segnaletica è sotto gli occhi di tutti, ci sono pali superflui come certi peli. Aste disseminate ovunque, spesso a margine della strada e quindi pericolose soprattutto per ciclisti, monopattinisti e e motociclisti, anche perché i cervelloni a livello centrale non hanno ancora compreso che i pali color grigio topo dovrebbero invece avere strisce arancione e qualche catarifrangente, proprio per renderli ben visibili di giorno e di notte. Molti segnali presenti in città, non soltanto sono inutili ma anche irresistibilmente comici. Vi fornisco un esempio su tutti. Ritornando dal mare, proprio alla fine di via Materdomini, sulla destra, a soli dieci metri dalla grande rotatoria che è ben visibile anche ai portatori di lenti a fondo di bottiglia come quelle del compianto ragionier Filini, c’è un diligente cartello tondo, a sfondo blu, su cui sono disegnate tre frecce bianche in circolo che indicano la presenza di una rotatoria … nelle vicinanze. Il pleonastico cartello poi non è posto in alto con attacco al muro di cinta dell’aeroporto militare, ma è collocato in cima al solito palo «invisibile» piantato a mezzo metro dal manto stradale … ma si può? E’ ora di dire basta a questa palificazione selvaggia, diventiamo tutti NO PAL!
Bastiancontrario

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