Autore: Rubriche Vista da Roma

Costa, la litoranea della vergogna

Piange il cuore a vedere ridotta così la nostra litoranea. Un tratto già carico di problemi considerevoli, quasi letali per le nostre coste: l’erosione delle spiagge e il rischio di crollo della falesia. Ma se bisogna a imparare a convivere con queste problematiche ormai insite nella natura stessa di quella parte di territorio cittadino, non si può accettare, invece, la situazione drammatica dal punto di vista del decoro urbano. Anche qui bisogna distinguere temi e responsabilità. La situazione più drammatica è quella legata al degrado lungo tutta la strada del mare, che collega i lidi balneari. Percorrendola ci si imbatte continuamente in cumuli di rifiuti: copertoni, parafanghi, divani, infissi. E poi le auto parcheggiate ovunque, perfino lungo le dune e le scogliere.
Vi è poi un altro aspetto, su cui francamente si potrebbe iniziare a fare di più. Emerge la totale assenza di marciapiedi, almeno lungo la zona di Materdomini e Granchio Rosso. Così come la mancanza di pensiline lungo il tratto della leggendaria 4 sbarrata. Ma a colpirmi, qualche giorno fa, è stata la condizione delle aiuole antistanti i lidi nella zona di Granchio Rosso: totalmente coperte dalle auto. Quello che dovrebbe essere uno slargo, con il capolinea del bus, la fontanella e – volesse Dio – qualche panchina o albero, è un enorme parcheggio.
Qualcuno mi dirà che la situazione è la stessa da anni, se non decenni. Esattamente, queste poche righe potevano essere scritte cinque, dieci o venti anni fa, perché in pratica non è cambiato nulla: né l’attenzione generale per queste zone né l’atteggiamento vergognoso di molti brindisini.
Ma c’è un ma. L’offerta turistica dei nostri territori in questi anni è cresciuta a ritmi impressionanti, la Puglia è divenuta meta di fama mondiale, anche Brindisi inizia ad essere un attrattore di turisti locali e di stranieri incuriositi. In questo scenario i lidi si sono dovuti rinnovare, sono nate strutture nuove e al passo coi tempi. Il contorno però è rimasto lo stesso. Non è giusto, per chi investe soldi e passione ma poi è costretto a farlo in un contesto di degrado e abbandono. Non è giusto per i brindisini che vorrebbero godersi la propria costa, pulita e servita, e non è giusto nemmeno per chi viene da fuori e vuole, magari con il bus, raggiungere il nostro mare senza rimanere indignato.
Noi non siamo Gallipoli, Forte dei Marmi o Riccione, mi pare evidente. Non abbiamo la forza, le risorse e l’attrattività delle grandi mete marittime e turistiche, eppure molte migliorie costerebbero poco.
L’Amministrazione ha preso a cuore la questione: si sta proseguendo con i turni per le pulizie – anche se solo delle spiagge a quanto pare – e il settore ambiente del Comune sta svolgendo una mappatura dei luoghi di abbandono, dove si procederà a montare finalmente delle telecamere. Bene anche puntare su politiche di ampio respiro, più in prospettiva, come la ciclabile del mare, il cui finanziamento regionale ottenuto dal Comune permetterà di ridisegnare 19 km tra litoranea nord, città e aeroporto. Intanto, però, vanno prese delle misure urgenti, in termini di controlli, pulizia e servizi. L’estate è alle porte e la nostra non può rimanere una litoranea di serie B.
Andrea Lezzi

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