Autore: IN EVIDENZA Rubriche Zona Franca

Due storie di (in)decoro urbano

(In)decoro urbano 1 – Grazie ad un concorso indetto dal Consorzio Raccolta del Vetro e all’impegno dei titolari di bar e attività di ristorazione – furono raccolte in un anno 900 tonnellate di rifiuti di vetro -, il Comune di Brindisi vinse il necessario per allestire un piccolo parco giochi. Questa la buona notizia ma, forse perchè il noto principio della fisica dice che ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria, c’è quella meno buona: il luogo scelto per collocarli.
Un paio di giochini sono stati collocati in un angolo di piazza Cairoli, forse quello meno frequentato. Il risultato è di una notevole mestizia: sembra un angolo dedicato alla melanconia infantile. Sull’individuazione dell’altro sito si nota subito che c’è stato maggiore «impegno»: la scelta è ricaduta su uno dei pochi luoghi che sinora si erano «quasi» salvati da decisioni sconclusionate e confusionarie alle quali, però, sarebbe bene porre un argine. Come scrive Tea Sisto, «queste due cose sistemate in un luogo, ormai ex stupendo, tra Palazzo Nervegna e Teatro, non si possono guardare»; e Ornella Tarullo rincara la dose: «stentiamo ancora a credere a quello che vediamo, incredibilmente brutto e deturpante». Del resto si è già dimostrato di avere poca considerazione, e quindi scarso rispetto, per le aree archeologiche. Se l’intenzione era quella di piazzarli in bella vista, diciamo in prima pagina, per riscuotere un facile successo/consenso, è andata male, perché è stato ottenuto l’effetto contrario. E con un minimo di riflessione sarebbe stato prevedibile.
Si consideri che sono passati un bel po’ di mesi – se non qualche anno – da quando è stata data la lieta novella di tale «vincita», per cui ci sarebbe stato tutto il tempo utile per l’individuazione di un luogo idoneo da attrezzare a «quasi» parco giochi. Comunque non è sufficiente un’altalena o uno scivolo per definirlo tale. Non è il caso, qui, di fare l’elenco dei possibili luoghi alternativi, ma meraviglia non poco che non si sia pensato alle periferie, per esempio al quartiere La Rosa, come fa notare il dottor Alfredo Sarli, o proprio al Paradiso perché non basta «pittare» uno-due muri per parlare di riqualificazione, questa è una operazione un po’ più complessa e faticosa.
Con franchezza, ciò che preoccupa di più non è tanto la scelta operata dalla struttura tecnica comunale – sulla quale incombono «perplessità» corroborate da ripetuti «misfatti» – ma l’avallo, che inevitabilmente ci sarà stato, della parte politica. Ciò vuol dire che davvero abbiamo scarse possibilità di miglioramento. Abbiamo ancora scampo?

(In)decoro urbano 2 – Il professor Antonio Lisi ha scritto segnalandoci «recenti, assurdi interventi per la posa della fibra ottica in viale Regina Margherita». Cos’è successo? E’ noto che varie società intervengono spesso sulla sede stradale sia per manutenzioni che per la posa di nuovi impianti. E’ il caso dell’Acquedotto Pugliese, dell’Enel, delle diverse società telefoniche e ultimamente di Open Fiber che sta realizzando una rete in fibra ottica. Tutti questi lavori vengono effettuati dietro autorizzazione del Comune. La questione riguarda quest’ultima società e il pozzetto che ha montato «lasciando a vista l’antiestetica copertura metallica». Il professor Lisi ha pienamente ragione. Passi quando si interviene su una strada asfaltata, ma quando lo si fa sulle strade del centro storico o comunque quando la copertura è in basole, le accortezze e le prescrizioni devono essere maggiori. Il comune deve imporre soluzioni tali che non deturpino, dal punto di vista estetico, la copertura stradale. In alcuni casi i tombini sono stati coperti dalle stesse chianche usate per il manto stradale. Nella foto si vede proprio il caso in cui si è usata tale accortezza, coprendo il pozzetto con la stessa pietra, e il caso denunciato da Lisi. Questo aspetto dovrebbe essere il pensiero dominante degli uffici tecnici che rilasciano i permessi per lo svolgimento dei lavori. Non basta controllare, cosa che, per altro, si fa molto raramente, ma soprattutto dare indicazioni precise a tutela del decoro urbano. Questi lavori continueranno di certo, per cui è necessario un regolamento ad hoc e cercare di eliminare le brutture già fatte.

Giorgio Sciarra (Rubrica ZONA FRANCA – Agenda Brindisi – 18 settembre 2020)

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