Oggi avrebbe avuto quasi 69 anni, essendo nato il 27 luglio 1951 a Novellara. Quel 10 giugno del 1988 un incidente stradale lo strappò alla famiglia, al basket, a tutti noi. Era un giovedì sera, l’incidente si verificò a Bidasio di Nervesa della Battaglia, in provincia di Treviso: Claudio era alla guida di una Volvo 740, morì sul colpo. Giocava con la Citrosil Verona, aveva quasi 37 anni e continuava a fare sfoggio delle sue straordinaria qualità di tiratore. Il nome di Claudio Malagoli resta scolpito nella memoria degli appassionati di basket e soprattutto dei tifosi brindisini per le sua straordinarie prestazioni: basti ricordare la doppia promozione dalla dalla serie B alla A tra il 1980 e il 1981, con coach Piero «Topone» Pasini in panchina. Lo ricordiamo con questo bellissimo scatto di Damiano Tasco (Studio Piazzolla) durante il match interno col Billy Milano, mentre cerca di eludere la marcatura del grande Dino Meneghin, monumento del basket italiano. Era la seconda fase del campionato (cosiddetta ad orologio) e la Bartolini perse 78-91 con l’Olimpia di coach Dan Peterson, ma il 15 novembre 1981, durante la fase regolare, ottenne una indimenticabile vittoria (74-72), approfittando anche dell’assenza dello stesso Dino nazionale. Il collega Davide Micalich ha dedicato a Malagoli il libro «La mano come una colt» (edito nel 2007), il secondo impianto di Contrada Masseriola è intitolato a lui. Per coloro che non l’avessero mai vista, ecco il link YouTube di una intervista che Antonio Celeste realizzò con «Lupetto» nell’estate del 1985 nella sua casa del quartiere Casale. Una sorta di analisi della sua esperienza in biancoazzurro e dei rapporti con le figure più rappresentative dello sport brindisino.
Quell’incidente di 32 anni fa che ci strappò il grande Claudio Malagoli
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