Autore: IN EVIDENZA Spettacolo

Tiromancino in concerto nel Teatro Verdi: «Ho cambiato tante case»


Amerà anche “cambiare tante case”, come rivela il nuovo album, ma Federico Zampaglione alla fine torna sempre lì, alla musica, «che è davvero tutto per me», ancor più se declinata attraverso generi e stili diversi. «Nella vita si cambia, ci si trasforma, si superano i propri limiti» e l’anima dei Tiromancino adora «il movimento, fa parte del mio dna». Così, dentro “Ho cambiato tante case”, anche titolo del tour che tocca il Nuovo Teatro Verdi di Brindisi venerdì 1 aprile (ore 21), c’è «il brivido del cambiamento e della sperimentazione, motori importanti per me».
Il cantautore romano propone i successi che hanno segnato la carriera trentennale, ma anche le nuove canzoni, un viaggio dentro vite, relazioni amorose, amicizie in un percorso che spazia dal blues al country passando per folk, pop ed elettronica. Biglietti disponibili sui circuiti Vivaticket e Ticketone. La data brindisina del tour è organizzata da Vurro Concerti.
La casa come non luogo dell’anima, un posto che diventa altro quando cambiano le persone e le sensazioni che lo abitano. Questa è la metafora che Federico Zampaglione ha utilizzato per giustificare in qualche modo questa vivace sperimentazione che lo ha portato in linea retta dal disco alla tournée. Senza soste intermedie. Un resoconto che restituisce il materiale giusto per guardare oltre, per cercare nuove storie da raccontare, per cesellarle nel tempo e trasformarle in parole e accordi, mescolando ricordi, aspettative e traslochi. Per questo le canzoni seguono il filo dei ricordi raccontati, dalla prima chitarra agli omaggi a maestri come Dalla e Califano, dall’origine dei testi ai retroscena dei brani più iconici. Un flusso di pensieri che scorre in maniera semplice ed efficace.
Il concerto presenta il nuovo album “Ho cambiato tante case”, che esce a tre anni di distanza dalla raccolta “Fino a qui” e a cinque dal precedente disco di inediti. «Il concerto è molto vario – ha detto Federico Zampaglione -, dalle canzoni più conosciute ai pezzi del nuovo disco che servono a costruire una narrazione originale. È un invito alle persone a venire a casa nostra in veste di ospiti. Ora è il momento di ritrovarsi e abbiamo costruito questo spettacolo nel quale racconteremo anche cose interessanti».
Lo show che i Tiromancino portano sul palco è un vero e proprio viaggio che scandaglia rapporti familiari importanti. Parole rivolte dai figli ai genitori e dai genitori ai figli, sentimenti legati alle relazioni amorose e all’amicizia. Ma anche il rapporto con il pianeta, il legame con il cinema e con la musica e i suoi maestri. Un peregrinare guidato dall’emozione di un ritorno in scena atteso con trepidazione, la voglia di tornare a respirare atmosfere «che mi sono mancate dentro l’anima», ma anche di portare «un po’ di positività e luce in questa fitta nebbia». Trent’anni di musica fatti di ricerca appassionata e piena di empatica curiosità, un tour che invita il pubblico a entrare nella loro casa. Non un concerto classico ma un concerto con dentro un racconto, quello di un percorso artistico che segue la scansione temporale di pause e di accelerazioni.
«Ci siamo interrogati a lungo sull’opportunità di partire o meno con un tour in un momento storico così difficile – ha spiegato Zampaglione -. Ma alla fine abbiamo deciso che la musica deve pur ricominciare perché è ora di riappropriarci delle nostre abitudini, nonostante tutto. Sentivo un buco nell’anima. Poi, quando mi sono trovato in sala prove con la band ho capito: mi mancava suonare insieme agli altri. Anche se durante il lockdown ho girato un film, avvertivo questa esigenza». Dalla pandemia alla guerra, un pendolo aritmetico che segna la fatale evoluzione del nostro tempo. «Provo un’infinita tristezza – ha aggiunto -, un senso di incredulità e, allo stesso tempo, un senso di impotenza: quello che posso fare è regalare alla gente, attraverso la musica, un po’ di positività, portare il sorriso, una nota di speranza. E infatti quando andiamo nelle città si vede che il pubblico cerca, insieme a noi, di dimenticare quello che succede. Sono tempi duri, di guerra, ma l’artista ha il dovere di andare avanti e dare speranza alla gente».
La serata passa al vaglio una scaletta generosa, quasi due ore di musica tra ricordi, ritornelli, parole, suggestioni e riflessioni sui rapporti più profondi che segnano le nostre vite. Nello spettacolo, scritto e diretto dallo stesso Zampaglione, si alternano i brani del nuovo album (“Finché ti va”, “Cerotti”, “Er Musicista”, “Domenica”, “L’odore del mare”) ai tanti successi che costellano la sfaccettata carriera della band romana, come “La descrizione di un attimo”, “Due destini”, “Per me importante”. Una lunga teoria di musica legata intimamente alla poesia che conferma il ruolo da protagonista di Zampaglione all’interno del panorama cantautorale italiano. Sul palcoscenico, al fianco della voce storica, Antonio Marcucci alla chitarra, Francesco “Ciccio” Stoia al basso, Marco Pisanelli alla batteria e percussioni e Mauro Rosati alle tastiere.
Roberto Romeo

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