Difficile aggiungere parole … a quella che, ancora oggi, è una “ferita aperta” nei cuori e la mente dei parenti delle vittime della strage.
Pochi sanno che il DC9 Itavia, abbattuto da un missile nei cieli del basso Tirreno in un episodio di guerra aerea “in tempo di pace”, aveva a bordo molti bambini (da un anno di età fino a quattordici anni). Il più anziano, tra le 81 vittime, tra passeggeri ed equipaggio, aveva settantuno anni.
Pochi sanno che, come nei racconti gotici o i piu sinistri noir, “se” non ci fosse stato un ritardo assolutamente casuale, rispetto all’orario previsto di decollo dall’Areoporto “Guglielmo Marconi” di Bologna, fissato per le 18.00, l’aereo che parti invece alle 20.08 non si sarebbe trovato nel mezzo di una battaglia aerea, con più aerei in assetto di guerra: inglesi, belgi, americani, francesi, più due caccia italiani e poi aerei libici.
Pochi sanno che il vero “nodo” da sciogliere, su cui qualcuno ancora “immagina” fare uno scoop, non è se si sia trattato (come logico ritenere, appunto un missile, o invece dell’esito di una virata repentina ed improvvida, che abbia “tranciato” ala e fiancata del DC9), ma dozzine di rogatorie internazionali, andate sostanzialmente “a vuoto”.

Pochi sanno che il 6 marzo scorso vi è stata da parte del gip ennesima richiesta di archiviazione. Non è accettabile che vi siano pagine da raccontare di questi, che chiamiamo “misteri italiani” o “delitti di stato”. A cosa serve manifestare come giusto sull’insensatezza delle guerre, tutte le guerre? Quando un paese lascia ombre e silenzi su tragedie come: prendere in automobile un ponte, in una delle nostre città, per trovarsi a precipitare “nel vuoto” o appunto partire dall’Areoporto “Guglielmo Marconi” di Bologna con destinazione “Punta Raisi” Palermo e trovarsi poi “bersaglio” in una guerra nei nostri cieli?
Per questo è molto altro ancora …e perché pagine come questa non si scrivano più, con un ringraziamento ad Agenda Brindisi chiediamo con la Associazione dei Parenti delle Vittime della Strage di Ustica, di non dobbiamo dimenticare!
Ugo De Vita (foto) – Osservatorio Nazionale dei Diritti Civili Per il Teatro e le Arti
