Autore: IN EVIDENZA Rubriche Zona Franca

Lo spot di Pugliapromozione: siamo vittime o autolesionisti?

Credo di averlo detto altre volte, lo ribadisco perchè la ritengo una premessa fondamentale. Sono un campanilista, anzi rafforzo, un fottuto campanilista, ma non in senso egoistico. Questo, perciò, non mi impedisce di avere quel minimo di raziocinio per ammettere i nostri tanti difetti e capire che da soli non si va da nessuna parte, che è necessario fare sinergia con altri. Con chi? E’ evidente, viene naturale crearla con chi si ha quel minimo di idem sentire, un po’ di interessi comuni da condividere, non certo secondo i «confini» tracciati da altri. Poi ognuno farà la propria parte traendone quei vantaggi che gli deriveranno dalle proprie peculiarità e potenzialità.
In questi giorni ha fatto molto discutere un video che dovrebbe promuovere la Puglia – anche se Emiliano ha dichiarato «dall’estero speriamo che venga meno gente possibile» – commissionato da Aret Pugliapromozione costato 108mila euro con procedura negoziata senza previa pubblicazione.
Ora, non è questa la sede per un giudizio tecnico sul prodotto, se è o non è bello o efficace o perché si sia preferito far vedere un trabucco e non un trullo, visto che il primo è un elemento identitario soprattutto del Molise mentre il secondo lo trovi, inequivocabilmente, solo e soltanto in Puglia. Per quanto mi riguarda, debbo dire che se dovessi scegliere un video per la promozione di un territorio non avrei esitazioni nell’indicare quello con Checco Zalone e Helen Mirren che, pur avendo altri fini, è uno spot fantastico per il Salento.
Ma a parte ciò sarebbe stato difficile non rilevare il motivo che ha fatto sollevare mille polemiche: l’assenza anche di un solo fotogramma che riguardi Brindisi e/o il suo territorio. L’Agenzia Regionale del Turismo si è affrettata a precisare che la provincia di Brindisi è rappresentata poiché «la masseria dove inizia la storia è del territorio di Ostuni (Masseria Lamacoppa della famiglia Mondadori). Il bambino, protagonista dello spot, compare in due scene girate nella riserva e sulla pista ciclabile a Torre Guaceto. La location del viale, ripreso dall’alto è nel territorio di Ostuni». Mah, pensa te.
Brindisi l’ignorata, e non è la prima volta che accade, la gente si lamenta per queste «distrazioni», non solo cinematografiche. Tacciare queste polemiche con la solita diminutio di una forma becera di campanilismo, non credo sia molto produttivo al pari del liquidarle come di basso profilo, quale sarebbe l’alto profilo, chi lo decide? Non è tanto ottenere un paio di fotogrammi in un video/spot di 90 secondi o nelle versioni ridotte di 30 o 15, ma il reiterato «comportamento omissivo» verso una città.
A volte il silenzio fa più rumore di tante parole. Infatti fa più «chiasso» questo suo silenzio dei suoi tanti interventi «intermultidisciplinari». Di chi? Di chi, in questa legislatura, dopo vent’anni di onorata carriera politica, si è voluto «cucire» addosso la cotta di maglia del cavaliere senza macchia e senza paura: il consigliere regionale «ser» Amati Fabiano da Fasano. Nonostante il suo «feudo» fosse ricco di luoghi simbolo e identitari questa volta ha preferito un monastico silenzio, si è fatto «oscurare» mediaticamente da altri suoi colleghi, nonostante pochi giorni prima avesse protestato per un «vessillo» blu in meno.
Quindi, non è qualche «frame» in più o in meno che può cambiarci la vita, ma l’atteggiamento tenuto nei confronti di questa città che è, oserei dire, criminale, irrispettoso dell’intera popolazione e che noi subiamo. Se si mettono in fila tutti gli episodi di «attenzione» che ci riguardano, dalle attività portuali agli insediamenti industriali, dalle mancate o inadeguate bonifiche al depauperamento dei servizi ecc., puoi scegliere se apparire un qualunquista-campanilista di cacca protestando o riflettere seriamente sull’esistenza di un «disegno» che mira ad affossare la città e il nostro territorio. Altrimenti come lo spieghi, con l’autolesionismo spinto?
Bisogna attendere il prossimo episodio per scoprire e sentirsi feriti nel senso di appartenenza a un territorio che noi stessi ripetutamente pugnaliamo? Non è il caso di riflettere un po’, soprattutto sulle tante cazzate che facciamo? Allora viene in aiuto un commento, su tale questione, di un nostro concittadino fra Salvatore Giardina, frate francescano, che commenta: «Chi è causa del suo mal, pianga se stesso! Amo la mia città, amo i miei concittadini, amo un po’ meno certi modi di agire e, soprattutto, non amo la piagnucolosi cronica di cui siamo portatori cronici. Del resto, toccherebbe a qualcuno prendere il video e andare dal Presidentissimo e metterglielo sotto il muso additando soprattutto il messaggio falso che ne mostra: la fannulloneria. Siamo una regione votata alla vacanza, ma siamo anche una regione laboriosa … e questo aspetto non viene evidenziato. Ora potete fucilarmi in pubblica piazza!».

Giorgio Sciarra (Rubrica ZONA FRANCA – Agenda Brindisi 25 giugno 2021)

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