Nella giornata di mercoledì 6 settembre è stata depositata presso la Camera dei Deputati a firma dell’On. Claudio Stefanazzi un’interrogazione parlamentare in cui si richiede l’intervento del Ministro delle Imprese e del Made in Italy e del Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali per sapere quali iniziative si intendono intraprendere per la decisione della società LyondellBasell di dismettere parte dell’attuale impianto di produzione di Brindisi. Di seguito il testo dell’interrogazione depositata: On. Claudio Michele Stefanazzi. Al Ministro delle Imprese e del Made in Italy, al Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali. Per sapere – premesso che: il complesso petrolchimico LyondellBasell di Brindisi produce resine di polipropilene utilizzando due impianti produttivi: uno basato sulla tecnologia Spheripol ed uno sulla tecnologia Spherizone; I prodotti dell’impianto Spheripol sono utilizzati principalmente per applicazioni nel settore dell’imballaggio (film BOPP) e nel settore tessile, mentre la linea Spherizone produce resine impiegate nella produzione di tubazioni, materiali per l’edilizia, prodotti per l’auto e per la casa; il 5 settembre scorso LyondellBasell ha comunicato la decisione di chiudere uno dei due impianti, denominato P9T; l’azienda ha motivato tale scelta in una nota pubblica, in cui si legge che ““dopo un’approfondita analisi, riteniamo che la chiusura di questa unità sia la soluzione più sostenibile dal punto di vista strategico e finanziario”, poiché si tratta del “primo impianto del suo genere costruito a livello mondiale ed è purtroppo diventato non competitivo. Il mercato di riferimento per i prodotti realizzati dall’impianto di Brindisi è sempre più difficile, con una prospettiva di miglioramento molto limitata”;
nell’opinione dell’interrogante, la genericità delle giustificazioni fornite sembrano fungere da facile pretesto per un chiaro disimpegno dell’azienda per sottrarsi al necessario percorso di transizione che lo stabilimento deve affrontare; la città di Brindisi, come poche altre città italiane, ha offerto un contributo enorme in ambito petrolchimico e di produzione energetica negli scorsi decenni, pagandone talvolta un prezzo molto alto e anche per questo merita di vedere valorizzate le professionalità di alto livello esistenti e, soprattutto, di essere accompagnata in un processo di transizione verso la piena sostenibilità; per di più, malgrado nella stessa nota l’azienda si dica pronta a “condividere con i sindacati e con le parti sociali soluzioni che possano sostenere [i 47 lavoratori coinvolti] nel miglior modo possibile durante questa transizione”, le modalità e la celerità dei tempi con cui la notizia è stata trasmessa suscita sconcerto e perplessità, visto che la nota è stata pubblicata in contemporanea all’assemblea generale aziendale dei lavoratori alla presenza dell’Amministratore Delegato; inoltre, non si può escludere il rischio che tale disimpegno possa riverberarsi su altre aziende legale al ciclo produttivo degli impianti brindisini di LyondellBasell, mettendo a repentaglio migliaia di posti di lavoro, oltre ai 150 complessivi dell’azienda stessa; infine, la chiusura di LyondellBasell a Brindisi si tradurrebbe nell’ennesimo colpo a una filiera ad alto valore strategico come quella della chimica – se e quali iniziative intendano intraprendere per scongiurare il rischio di chiusura dell’impianto P9T di Brindisi e tutelare di conseguenza le professionalità coinvolte; se e quali iniziative intendano intraprendere in tema di politiche industriali per salvaguardare settori strategici per gli interessi economici nazionali come quello chimico.