Restano attivi solo due dei tanti banchi adibiti alla vendita dell’ottimo pesce e di altri prodotti ittici all’interno del vecchio Mercato Coperto di Brindisi. Nell’ampio edificio, completato nel 1932 tra le vie Vanini e Pisanelli, oggi regna un silenzio assordante e la tristezza di un luogo cui manca da tempo la pur minima manutenzione, a partire dai bagni pubblici e dalle evidentissime infiltrazioni dal tetto. Eppure c’è chi continua a presidiare quel luogo dal rito antico e lo fa con grande sacrificio e passione, lasciando tutto in ordine e pulito a fine giornata.

L’intero complesso era stato destinato esclusivamente alla vendita del pescato (pesci, crostacei e molluschi) e per lunghi anni ha rappresentato uno dei luoghi più animati e singolari della Brindisi marinara. Nel trambusto di un luogo affollato da gente operosa, si poteva scegliere pesce sempre fresco e ben disposto sugli ampi banchi in marmo, immersi in un’atmosfera popolare e sensoriale fatta di colori, odori e suoni amplificati dall’ambiente chiuso. Li pisciaiueli, abilissimi a schiudere in un colpo solo i gusci di ostriche e cozze nere, con la loro potente voce declamavano i prodotti con divertenti intercalari dialettali. All’esterno della chiazza cuperta c’erano le semplici bancarelle degli ambulanti di mitili e frutti di mare crudi, mentre in uno di quei minuscoli chioschi in muratura c’era Peppo Sciarra, famoso per i suoi profumatissimi baccalà.

Precedentemente, il mercato ittico aveva luogo sulle «chianche» della piazza Mercato, inaugurata il 1° febbraio 1911. I lavori di allestimento durarono circa dieci anni, tra vari ripensamenti e modifiche. Ancora prima gli spazi dedicati al mercato giornaliero del pesce e dell’ortofrutta erano in Piazza dei Commestibili, l’odierna piazza della Vittoria, su via Pozzo Traiano e in piazza Anime. Già nel settembre del 1874 si parlò della necessità di spostare il mercato in un luogo più adatto alla vendita, protetto dalle intemperie e meglio controllato sotto il profilo igienico. A porre tale esigenza in Consiglio comunale fu il noto matematico Raffaele Rubini, ma trascorsero quasi vent’anni prima che venisse individuata la nuova area.

Ai primi del Novecento cominciò a prendere forma l’idea del Mercato Coperto, con l’ingresso principale pensato su via Ferrante Fornari affianco al quale dovevano trovare posto otto locali per la vendita della carne e cinque per l’ufficio della Polizia Municipale. Al centro dell’area si doveva costruire un pozzo di acqua sorgiva e i quattro padiglioni coperti (presto ridotti a tre) da realizzare in ghisa, con tettoia in ferro e lamiera ondulata, dove collocare rispettivamente 24 posti adibiti alla vendita di pesce, dei frutti di mare e del baccalà, 15 posti per la vendita di frutta verde e secca e 20 posti per la vendita del pane.
Dopo varie sospensioni dei lavori e modifiche progettuali, finalmente le opere ripresero nel gennaio del 1910 con un nuovo progetto che includeva la realizzazione di ulteriori locali da affiancare al nuovo ingresso monumentale di via Cesare Battisti, dotato di doppia scalinata. Un anno dopo, il mercato finalmente venne aperto, in realtà furono realizzati solo due padiglioni con copertura a doppia falda metallica e «tegole tipo Marsiglia», una splendida struttura in stile Liberty che conferiva lustro ed eleganza alla piazza. Ancora oggi queste raffinate tettoie conservano una notevole valenza storica e artistica.

Nel 1930 lo spazio assegnato al mercato era diventato «insufficiente ai bisogni della cresciuta popolazione di questa città», fu deciso pertanto di estenderlo con la costruzione di una nuova «tettoia pensilina in cemento armato» per i soli prodotti ittici. I lavori furono diretti dall’ing. Ernesto Ricci e affidati all’impresa brindisina di Giuseppe Minunni, che in corso d’opera modificò in meglio, e a proprio carico, il progetto originale, realizzando la caratteristica e ampia struttura del «nuovo mercato coperto», aperta al pubblico nel corso del 1932.
Servizio di Giovanni Membola (Agenda Brindisi – 18 aprile 2025)
