Autore: IN EVIDENZA Politica

Brindisi: ballottaggio tra Roberto Fusco e Giuseppe Marchionna

Due conferme – con i candidati con la base più robusta che accedono al ballottaggio – qualche sorpresa – con il PD che si afferma primo Partito in tutta la città – e una grande incognita sugli appoggi in vista del secondo turno. È questo lo scenario del post elezioni, al quale si somma una serie enorme di variabili che finiranno – volenti o nolenti – per incidere sul risultato che uscirà dalle urne tra due settimane, quando i brindisini saranno richiamati al voto per scegliere tra Pino Marchionna, che ha ottenuto il 44%, e Roberto Fusco, che segue al 33,32%.
Il tema più caldo in queste ore è quello degli apparentamenti, passaggi formali che i due candidati ammessi alla tornata del 28-29 maggio devono comunicare attraverso dichiarazioni ufficiali entro una settimana prima del voto. E che tra gli effetti comportano anche il ricalcolo dei posti in Consiglio includendo la lista che sceglie di sostenere il futuro Sindaco, come se fosse stata in coalizione fin dal primo turno. In caso di vittoria finale ad essa spetterebbero alcuni scranni a svantaggio di altri eletti. Proprio quest’ultimo è un aspetto da valutare per i due candidati, perché se da una parte è evidente il vantaggio di un appoggio ufficiale di un altro candidato, dall’altra ci sarebbe da rimettere mano alla lista dei propri eletti in Consiglio, rischiando non pochi malumori.
Intanto ogni opzione di sostegno tra le forze politiche resta sul tavolo. Certo, è escluso che l’ormai ex primo cittadino Rossi possa sostenere qualcosa che vada oltre il centrosinistra ma sinora non c’è comunque stata alcuna notizia di un appoggio ufficiale per Roberto Fusco. E su questo, evidentemente, pesano ancora gli strascichi della rottura tra Partito Democratico e Rossi, che decise comunque di correre da solo, mentre Dem e grillini scelsero Fusco. L’aria, dunque, non è ancora così serena ma importanti interlocuzioni, specie a livello regionale e nazionale, sono in corso.
Guardando dall’altra parte della barricata, sul fronte Marchionna-Luperti, quello che potrebbe apparire come un passaggio scontato, quantomeno per affinità ideologica all’interno del centrodestra, diviene invece sempre più un percorso a ostacoli. In questi giorni, come noto, non sono mancate le polemiche tra i due candidati e, ad oggi, non si registra alcun passo in avanti per un sostegno da parte dell’ex assessore al candidato del centrodestra. Al contrario, sembrano susseguirsi le voci di un possibile aiuto alla coalizione di centrosinistra. Nei corridoi baresi, infatti, si parla sempre più di un proficuo dialogo tra il Governatore e i rappresentanti del Movimento Regione Salento.
In questo scenario, comunque, un’altra via resta quella del sostegno informale, attraverso la quale rinforzare, coi propri voti, una delle due proposte, invogliando i propri elettori a tornare alle urne. In questo senso il tema dell’affluenza non è secondario, tutt’altro. Nei ballottaggi, si sa, incide già un elemento fondamentale: i consiglieri più suffragati sono, in buona parte, quasi tutti sicuri di essere stati eletti. E questo ricade evidentemente anche sulla spinta propulsiva che di solito arriva quando occorre raccogliere le preferenze e richiamare amici, elettori, parenti, per un supporto ai seggi.
Secondo aspetto: tanti elettori al ballottaggio spesso non tornano a votare, come dimostrano tutti i dati degli ultimi anni. E ancora, tra i due candidati che si sfideranno a fine mese «ballano» all’incirca 4.500 voti: meno della metà di quelli raccolti, assieme, da Rossi e Luperti. Anche se ipoteticamente Fusco e Marchionna dovessero riconfermare lo stesso bacino di voti, vi è quindi un ampio blocco non definito che potrebbe comunque incidere sul risultato. I due candidati ormai fuori dai giochi, dunque, saranno probabilmente decisivi per la vittoria.
Anche perché poco meno di 4.000 erano anche i voti di scarto tra i due «finalisti» del ballottaggio 2016, quando al primo turno si affermò Nando Marino ma al secondo vinse la candidata centrista. Nel voto finale, difatti, Angela Carluccio recuperò lo svantaggio, prendendo 3000 voti in più del primo turno e superando di poche centinaia di preferenze il suo competitor. E ancora due anni dopo, quando in testa al primo turno c’era Roberto Cavalera, primo con oltre 5000 voti di vantaggio ma al ballottaggio vinse Riccardo Rossi con una clamorosa rimonta: più seimila voti rispetto alla prima tornata per lui e meno tremila per il candidato del centrodestra.
Per i freddi e impietosi dati numerici, ovviamente, c’è sempre un’analisi politica in grado di spiegare strategie, errori e sottovalutazioni commessi negli ultimi giorni di campagna da partiti e candidati. È avvenuto negli scorsi anni ed avverrà anche stavolta. E proprio per questo gli incontri, le tattiche e gli accordi di queste ore sono da tenere d’occhio molto attentamente. Anche e soprattutto da questi dipenderà il nome del prossimo Sindaco di Brindisi.
Andrea Lezzi

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