Autore: Attualità IN EVIDENZA

Giovanni Carbonella, l’idea sobria della politica: l’omaggio di Agenda

Giovanni Carbonella è morto all’età di 79 anni dopo una lunga malattia. La notizia è arrivata con la stessa sobrietà che ha contraddistinto la sua vita pubblica: senza clamore, ma con un’eco profonda, soprattutto a Brindisi, dove per decenni è stato un riferimento stabile e silenzioso.
Sindacalista, parlamentare, dirigente, uomo delle istituzioni. Ma sarebbe riduttivo definirlo solo per funzioni ricoperte. Carbonella rappresentava, nel senso più concreto del termine, una certa idea di impegno civile: quello che non rincorre le luci della ribalta, non si piega ai linguaggi muscolari della politica-spettacolo, non coltiva la visibilità come merito ma si costruisce nella continuità, nella conoscenza delle cose, nella capacità di tenere insieme interessi e responsabilità.
La sua formazione nasce nel mondo del lavoro, quello vero. Tavoli sindacali, vertenze industriali, settori in crisi. È lì che Carbonella ha affinato il suo metodo: ascolto, studio, trattativa, senso del limite. Da segretario regionale della Cisl, ha attraversato stagioni complesse del comparto metalmeccanico, seguendo da vicino le trasformazioni dell’apparato produttivo pugliese. Nessuna retorica del conflitto, piuttosto un’idea costruttiva della mediazione. Era il tempo delle fabbriche in difficoltà, delle trattative serrate, dei lavoratori che cercavano risposte prima ancora che soluzioni. Carbonella, in quel contesto, non ha mai fatto promesse vuote. Ha tenuto insieme, con equilibrio, il rispetto delle regole e la difesa dei diritti.
Nel 2001 è arrivato in Parlamento, eletto con la Margherita. Poi l’Ulivo, infine il Partito Democratico. Due legislature alla Camera, nella Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni. Anche lì, il suo tratto non è cambiato: sobrio, pragmatico, lontano dalla scena ma costante nella presenza. Con lui, il territorio sapeva di avere un interlocutore affidabile, uno che non si faceva trovare impreparato, uno che non dava risposte facili. Ha seguito i temi delle infrastrutture e dei servizi evitando semplificazioni e scorciatoie. Chi gli chiedeva un intervento riceveva sempre attenzione ma anche una valutazione concreta sulle possibilità, sui tempi, sui percorsi istituzionali da attivare.
Carbonella non ha mai alimentato la polemica politica. Ha preferito lavorare sui dossier, cercare convergenze, mantenere i rapporti anche con gli avversari. Non era accomodante ma riconosceva nell’altro – anche se distante – un legittimo interlocutore. È per questo che il cordoglio per la sua scomparsa ha superato ogni appartenenza. Il Partito Democratico di Brindisi lo ha definito «un uomo, un sindacalista e un politico come pochi». Parole che, in questo caso, non suonano di circostanza. L’onorevole Mauro D’Attis, segretario regionale di Forza Italia, lo ha ricordato come «un riferimento saldo per la politica brindisina» riconoscendone l’equilibrio e il rigore anche da posizioni politiche opposte.
Ha attraversato quarant’anni di vita pubblica senza mai cambiare stile. Il suo passo è rimasto lo stesso: discreto, coerente, sobrio. È stato testimone di una fase storica di grandi transizioni: la fine dell’industrializzazione classica, la crisi della rappresentanza sindacale, il mutamento delle istituzioni, la liquefazione dei partiti. Non ha rincorso queste trasformazioni ma le ha affrontate con senso di realtà. Non ha costruito carriere ma relazioni. Non ha lasciato slogan ma un metodo.
Il suo modo di fare politica – o forse sarebbe meglio dire: il suo modo di servire le istituzioni – oggi appare fuori scala. In un tempo che premia la visibilità, la sovraesposizione e l’attitudine al conflitto permanente, la sua figura è un’alternativa silenziosa. Non ha lasciato immagini da condividere, ma comportamenti da ricordare. E questo, per chi conosce il peso delle parole e il valore delle scelte, è più che sufficiente per considerarlo un esempio. I funerali si terranno domani, sabato 31 maggio, alle ore 11.00, presso la Basilica Cattedrale di Brindisi. Alla moglie Elia, alle figlie Viviana e Simona, l’abbraccio affettuoso e partecipe del direttore di Agenda Brindisi, Antonio Celeste, e di tutta la redazione, che ricordano Giovanni Carbonella con stima e memoria riconoscente.

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