Se dovessimo stimare l’andamento della prossima stagione dal numero di visitatori e dall’entusiasmo di questi primi giorni di riapertura non ci sarebbe alcun dubbio: pian piano l’Italia sembra voler ripartire e tornare ai grandi numeri di un tempo. Lo dicono i dati incoraggianti dei primi giorni che, complice la Festa della Repubblica a fare da apripista, ci consegnano un risultato significativo in tante zone del Paese, dalle città d’arte ai piccoli borghi dell’entroterra.
In molte zone si registrano già le prime file: dagli imbarchi per la Sicilia al traffico sulla riviera adriatica, fino alle attese per gli ingressi contingentati nei musei. Questi ultimi, che stanno riaprendo a scaglioni, rappresentano una vera riscoperta per gli italiani. A Roma, ad esempio, da qualche giorno è possibile visitare per fasce orarie una delle mostre più belle degli ultimi anni, quella dedicata a Raffaello. Ed è sorprendente assistere a queste code di cittadini che, armati di pazienza, si riappropriano dei propri spazi, in attesa dell’arrivo dei turisti.
C’è quindi voglia di tornare a viaggiare, di tornare a vivere, come se le due cose poi alla fine non fossero così distanti tra loro. Secondo un’indagine di Confturismo, se ad aprile a pensare a una vacanza era il 19% degli italiani, ora la percentuale di potenziali viaggiatori è salita al 48%.
Si tratterà, ovviamente, di vacanze più brevi e quasi tutte di prossimità. Anche perché, intendiamoci, la situazione resta difficile: in tanti hanno dovuto ripensare le loro ferie a causa di problemi economici, alcune attività hanno deciso di non riaprire perché non sarebbe stato abbastanza conveniente, ma va detto che la risposta delle Istituzioni c’è stata. Gli strumenti messi a disposizione non sono pochi, con quattro miliardi di euro per il settore turismo-cultura e ulteriori risorse per il sostegno ai lavoratori. Si tratta di strumenti mai nemmeno ipotizzati in passato, ai quali si aggiungeranno i soldi provenienti dall’Europa, di cui l’Italia sarà la prima beneficiaria. Resta comunque il tema delle tempistiche dei pagamenti, dovuto alla elefantiaca macchina burocratica e alla gestione divisa su più livelli amministrativi.
Fatta questa doverosa premessa, la risposta ad oggi sembra essere cautamente positiva. Quasi tutti i dati di questi primi giorni, peraltro, riguardano i turisti locali. L’apertura dei confini regionali, dunque, dovrebbe ulteriormente migliorare questi numeri.
Apertura che rappresenta un vero banco di prova per le strutture, obbligate ad adattarsi alle nuove misure anti-covid, ma anche per i Comuni e le Regioni. Sulle Amministrazioni locali grava l’onere della gestione del post lockdown. Ai presidenti di regione toccherà monitorare la situazione di ingressi e spostamenti – in Puglia ad esempio è necessaria l’autodichiarazione – e ai sindaci pensare alla gestione degli spazi. In tanti si chiedono, ad esempio, come andremo a mare tra qualche settimana. Se la situazione per gli stabilimenti balneari è infatti abbastanza chiara, toccherà capire meglio quali saranno le norme per la fruizione delle spiagge libere. Sarà abbastanza complesso, con i mezzi e le risorse limitate di cui godono i comuni italiani, riuscire a monitorare interamente il proprio litorale di pertinenza. Si va dunque verso l’ennesima prova di fiducia nei confronti degli italiani, a cui sarà chiesto di rispettare le norme sanitarie, a cominciare da quella fondamentale del distanziamento sociale.
Andrea Lezzi
Estate, comunque si riparte!
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