Autore: IN EVIDENZA Rubriche Zona Franca

Teatro Verdi e Monumento ai Caduti: manutenzione e decoro

La manutenzione ordinaria non è per nulla nelle corde di questa città. Il riferimento è a quel genere di intervento che costa poco e fa apparire in ordine l’ambiente cittadino, ma bisogna agire con costanza. Non farlo con metodicità, complica di sicuro e parecchio le cose trasformandola, inevitabilmente, in manutenzione straordinaria, con costi decisamente più elevati e procedure più complicate.

Per non angustiarci molto, limitiamoci a due soli esempi: il primo riguarda il nuovo teatro Verdi. Un complesso dalla vita decisamente intricata e controversa, ne ha viste davvero tante e di tutti i colori. Forse dopo il contestatissimo «trattamento» riservato al bassorilievo dell’artista ungherese Amerigo Tot, che venne «verniciato» e – dopo la denuncia di Agenda – «smacchiato» con una potente idropulitrice, si è pensato di lasciare le cose come stanno. E non stanno affatto bene se alcune travi presentano vistosi e marcati segni di corrosione che, a prescindere da utili verifiche tecniche, offrono una immagine indecorosa della struttura in acciaio progettata dall’architetto Enrico Nespega. Quelle travi in avanzato stato di corrosione, denunciano anni di trascuratezza e ora presentano un conto che sarà inevitabilmente salato, molto più costoso di quanto sarebbe stato il passare, per tempo e ogni volta che occorreva, qualche mano di antiruggine e vernice.

Piazza Santa Teresa: il Monumento ai Caduti (opera di Edgardo Simone)

Il secondo esempio è il monumento in piazza Santa Teresa, realizzato dal nostro concittadino Edgardo Simone e dedicato ai caduti della Prima Guerra Mondiale. L’opera versava in cattive condizioni ed era assolutamente necessario, per non aggravarne la situazione, un intervento di restauro conservativo e di riqualificazione. Tali lavori furono possibili grazie all’intervento della società ChemGas, rappresentata dall’ingegnere Guido Bechi, che nel 2018 ha «adottato» il monumento. Una scelta che ha consentito un lungo e accurato restauro e la riqualificazione del sito attraverso un articolato progetto di illuminotecnica. Tutto ciò documentato da una pubblicazione curata dal professor Massimo Guastella. Fu «riconsegnato» alla città giusto in tempo per la manifestazione celebrativa del 2 giugno 2018, 72° anniversario della proclamazione della Repubblica Italiana. Il giorno prima però si tenne una cerimonia per la presentazione dei lavori eseguiti. Durante la cerimonia, con i discorsi di rito, furono pronunciate delle parole in qualche senso premonitrici: «Vi stiamo riconsegnando un pezzo della vostra storia rimesso a nuovo, rispettatelo e sappiatelo conservare così come lo state ricevendo, dipende solo da voi». Mai parole sono state contraddette in modo più rapido e brutale: leggetele bene, sillabatele, poi recatevi in piazza Santa Teresa e controllate le condizioni del monumento.

Fra poco nelle aiuole, se avessero seminato grano invece del miscuglio per prato, si mieterebbe. Per non parlare del monumento che è nuovamente tutto «scacazzato» dai piccioni. E’ inevitabile chiedersi, al di là di altre considerazioni e valutazioni, se una figura e una azienda che hanno voglia, come nel caso della Chem Gas e dell’ingegnere Bechi, di fare del mecenatismo nei confronti di questa città, sarebbero invogliati vedendo come andrebbe a finire il proprio impegno civico? Presumibilmente ci penserebbero non una, ma più volte e chissà con quali conclusioni. E’ in questo modo che si stimolano gli interventi dei privati? E’ così che si rispetta la buona volontà di solerti cittadini? La manutenzione ordinaria cui mi riferisco non necessita di annunci né di pubblicizzare alcuna calendarizzazione né, tanto meno, di alcun progetto; ma gli effetti si vedono e vengono apprezzati, certamente molto più delle parole.

Giorgio Sciarra (Rubrica ZONA FRANCA – Agenda Brindisi 10 luglio 2020)

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