I tentativi di ripresa economica devono fare i conti, soprattutto nelle zone più svantaggiate del paese, con difficoltà che vanno a sommarsi al drammatico problema del caro-materiali e del caro-energia. Il riferimento è alle difficoltà di carattere burocratico che rendono ogni nuovo investimento estremamente problematico, a tal punto da mettere in discussione la sua effettiva realizzazione. Anche nel territorio della provincia di Brindisi questo elemento è particolarmente evidente, a causa di uno stato di arretratezza culturale e programmatoria che scoraggia chiunque si trovi nelle condizioni reali di offrire il proprio contributo in termini di crescita economica ed occupazionale. E’ dei giorni scorsi, ad esempio, la notizia riguardante la perdita di finanziamenti da parte del Consorzio Asi di Brindisi per non aver utilizzato le somme concesse nei tempi stabiliti. Un fatto gravissimo che in qualsiasi paese avanzato avrebbe già determinato una indagine conoscitiva finalizzata a capirne le cause ed a porre i giusti correttivi. A volte i motivi sono da ricercarsi nell’isolamento in cui certi enti svolgono il proprio ruolo. E’ noto a tutti, poi, il motivo per cui la nuova infrastrutturazione portuale accusa ritardi così evidenti. Ci si è scontrati con una serie di vincoli che sono stati tradotti in pareri negativi dagli enti coinvolti. Il tutto, ha creato una situazione di paralisi, ovviamente a danno del porto e dello sviluppo dell’intero territorio. Situazioni simili hanno fatto allungare terribilmente i tempi anche per altre opere pubbliche, così come per interventi di bonifica (a partire dall’area di Micorosa, di cui non si hanno più notizie).
Scaricare tutto sulle strutture tecniche che esprimono pareri spesso contrastanti e/o negativi, però, appare ingiusto e sotto certi aspetti anche fuorviante. Spetta alla politica, infatti, creare le condizioni ideali perché si possano rimuovere gli ostacoli che oggi impediscono una ripresa veloce dello sviluppo, ivi compresi i vincoli imposti con il PPTR, chiarendo in maniera univoca il suo perimetro d’intervento. Un caso su tutti è quello del Sito di Interesse Nazionale di Brindisi. Se verranno confermate le notizie secondo cui ben il 97% delle aree inserite nel SIN sarebbero state caratterizzate, è evidente che si dovrà conferire una accelerata alla riperimetrazione della stessa zona, restituendo aree al comparto produttivo brindisino, a partire proprio da ciò che rientra anche nel perimetro della ZES. A questo proposito ANCE Brindisi instaurerà, nei prossimi giorni, un apposito gruppo di lavoro permanente, avendo come unico obiettivo la “riperimetrazione dell’area SIN di Brindisi”! E chiederemo a tutti gli attori coinvolti di dare il loro contributo. Il ruolo degli amministratori, della politica e dei corpi intermedi, non può essere quello di “gestire i pareri tecnici”, poiché così si fa marketing territoriale negativo. Si devono adoperare, invece, per creare le condizioni per avere “certezza del diritto”! Plaudiamo all’AdSP MAM che si sta dotando, dopo 40 anni, del nuovo Piano Regolatore del porto, ma sarà fondamentale avere quanto prima la sua definitiva approvazione, evitando nel contempo il ricorso a varianti, che possono creare non pochi problemi di programmazione agli operatori. Pertanto è necessario che anche i Comuni, l’ASI, senza se e senza ma, programmino celermente gli strumenti urbanistici necessari ad avere “regole certe” atte a garantire trasparenza e legalità degli investimenti e, di conseguenza, a far ripartire l’economia ed in questo – come più volte ribadito – avranno noi di ANCE al loro fianco.
Angelo Contessa – Presidente ANCE Brindisi