Autore: Attualità IN EVIDENZA

Il motorismo storico è in lutto per la scomparsa di Franco Brugnola

Il 2 luglio 2021 è venuto prematuramente a mancare Francesco Brugnola, Franco come tutti lo conoscevano a Brindisi ma non solo. Ha amato la sua città ed i suoi concittadini. Aveva 70 anni. In tutte le attività lavorative che ha svolto tra cui quella sanitaria (che lo ha portato a conoscere l’amata moglie Rina), poi presso il petrolchimico e presso l’Enel, si è sempre distinto per le sue doti professionali ed umane. Pronto ad aiutare il prossimo in difficoltà da buon samaritano dispensava consigli che derivavano dalla sua esperienza di vita a chiunque ravvisasse dubbioso o abbisognevole di un sano e leale confronto. Disponibile, corretto ed al tempo stesso caparbio non ha mai tollerato le ingiustizie, l’effimero e lo spreco di risorse soprattutto pubbliche che considerava ricchezze ed opportunità queste che ha sempre ritenuto patrimonio dell’umanità, un po’ al pari delle auto e moto d’epoca che ha amatorialmente – ma maniacalmente – restaurato per lasciare ai posteri la testimonianza di antichi mestieri ormai scomparsi quale il battilastra o riportare all’antico splendore i mezzi che hanno rappresentato per l’Italia il passaggio dal calesse alla motorizzazione di massa.

Accumulatore compulsivo di ogni oggetto del passato con particolare predilezione per tutto ciò che nel XXmo secolo è stato legato al mondo dei motori e della tecnologia di massa (autoradio, radio, apparecchi elettrici d’antan, documenti del passato, arredi) negli anni 90 divenne riferimento nel mondo del motorismo storico. Insieme ad altri autentici appassionati rivestì per anni il ruolo di Consigliere del CAMEB, Club Auto e Moto d’Epoca di Brindisi unitamente al Presidente Tommaso Carbini con Giuseppe Arganese, Alessandro Corso, Filippo Danese, Oronzo D’Angela, Giovanni Lanzillotti, Giampiero Martella, Antonio Mitrugno, Leonardo Nannavecchia, Vincenzo Pati, Francesco Ruggiero (questi i consiglieri dei primi anni); questo sodalizio è tuttora attivo ma non agli stessi livelli di operatività degli anni ’90 e prima decade del 2000, allorquando furono realizzati memorabili eventi anche transnazionali, riservati alle vetture d’antan proprio per mano di Franco Brugnola e di un suo fraterno amico Vincenzo Pati con il quale ha collaborato per la realizzazione di numerosi raduni sia a Brindisi che in Grecia e in Albania.

Il suo carattere di uomo giusto e testimone delle peculiarità del territorio e dei suoi abitanti ne fece di lui una vera memoria storica dei tempi andati; ultimamente la sua passione vintage era stata positivamente influenzata dall’avvento dei social network. Dalle pagine dei social sovente prendeva la parola per censurare questa o quella amministrazione soprattutto ove ravvisasse nei modus operandi poca trasparenza o incompetenza nel valorizzare i beni monumentali, proprio come la Lancia Aurelia della Fondazione Giannelli, unica auto di rappresentanza brindisina che proprio non tollerava marcisse alle intemperie del chiostro di Palazzo Nervegna o nei depositi ove qualche amministratore per senso di pietà verso l’ammiraglia d’antan preferì relegarla una volta svanita la precaria terapia del restauro approssimativo e raffazzonato cui la vettura era stata sottoposta, incompatibile con la storicità ed unicità del mezzo.

Franco Brugnola (a destra) con Luca Di Giulio durante «Brindisi in Bicicletta» del 2015

Questo era inaccettabile per Franco: la mediocrità e la approssimazione. Franco non era perfetto come tutti gli uomini ma la ricerca della perfezione al pari della rettitudine morale hanno rappresentato una costante del suo passaggio terreno.  Questo atteggiamento che per i più distratti ed effimeri interlocutori lo facevano apparire indisponente di carattere  è stato invece il migliore insegnamento che quest’uomo ha lasciato ai suoi cari ed alla collettività non solo brindisina ma della comunità di appassionati di auto e moto d’epoca che travalica i confini regionali, un mondo fatto non solo di materiali e materialità spesso legato a chilometriche trasferte alla ricerca di quel particolare ricambio o per visitare i mercatini d’eccellenza nazionale ma anche di indissolubili esperienze umane in qualche modo legate alla dinamicità dei trasporti, al pari del viaggio che per Franco continua in altre dimensioni. Mancherai alla tua amata Rina ed al tuo devoto figlio Alessandro, ingegnere residente a Bologna che ti ha fatto diventare nonno di due splendidi nipoti che ancora non sanno che non sei più -apparentemente – tra noi. Ciao Franco.

Nota di alcuni amici del motorismo storico brindisino

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