Autore: Politica

Salute, ambiente e sviluppo: ordine del giorno di Antonino

Con un ordine del giorno diffuso alla vigilia della seduta monotematica del Consiglio comunale di Brindisi (27 maggio), il consigliere Gabriele Antonino ha presentato un ordine del giorno col quale impegna il sindaco di Brindisi Riccardo Rossi ad aprire un nuovo tavolo di lavoro sulla chimica, chiamando ad un confronto serrato il Governo Nazionale, la Regione Puglia e l’ENI. Ecco tutte le premesse che accompagnano e giustificano l’iniziativa del rappresentante del PRI brindisino.

PREMESSO che con Ordinanza sindacale contingibile ed urgente n. 44 del 20 maggio 2020 è stata disposta la sospensione della attività dell’impianto chimico di proprietà della azienda VERSALIS, appartenente al gruppo ENI; che l’Ordinanza è stata adottata sulla base di un rapporto preliminare dell’ARPA Puglia da cui risultava un picco nella presenza di benzene e toluene nelle  emissioni registrate in città negli ultimi giorni; che la tutela della salute pubblica è patrimonio comune di tutte le forze rappresentate in Consiglio Comunale; che l’azienda interessata dalla Ordinanza continua a reclamare la propria estraneità; che da più parti sono state sollevate preoccupazioni per la tenuta occupazionale negli impianti chimici presenti nel nostro territorio, già in passato interessato da importanti dismissioni di impianti produttivi (EVC, DOW CHEMICAL); che appare quanto mai necessario ed urgente acquisire dati scientifici certi circa la fonte delle emissioni; che la logica del baratto tra tutela dell’ambiente e della salute pubblica e salvaguardia dei livelli occupazionali viene rigettata da tutti i Gruppi consiliari; che per favorire una ripresa produttiva ed occupazionale capace di superare la contrapposizione tra ambiente, salute e possibilità produttive occorre uno sforzo comune che deve vedere uniti attori istituzionali e rappresentanze organizzate del mondo del lavoro e delle imprese; che è giunto il momento di aprire un confronto ai massimi livelli con il Governo, la Regione e le alte sfere delle aziende chimiche presenti nel nostro polo industriale che abbia come obiettivo quello di avviare attività diverse e più evolute rispetto alla chimica di base in uno con il riutilizzo delle aree e degli impianti dismessi presenti nel petrolchimico brindisino anche utilizzando al meglio le opportunità offerte dalla Zona Economica Speciale Adriatica; che non si può più tollerare che ENI Versalis continui a non considerare adeguatamente la sede di Brindisi  dalle linee guida di sviluppo e ricerca della azienda continuando a concentrarsi a Brindisi esclusivamente sulla chimica di base, senza alcuna aperture verso quella che viene comunemente definita “chimica verde”; che  ENI è fortemente impegnata  in questo settore, che prevede la lavorazione di materie prime vegetali rinnovabili, sviluppando i nuovi impianti proprio in siti in buona parte deindustrializzati quali quello di Brindisi e dando vita a processi di economia circolare e rigenerazione territoriale; che ogni ipotesi di rilancio della zona industriale brindisina dovrebbe fondarsi sulla concezione dei terreni destinati ad attività produttive come “spazio finito”, di cui andrebbe incentivato il risanamento ed il riuso; che per avere una idea compiuta dell’impatto positivo che avrebbe l’insediamento nel petrolchimico di impianti di chimica verde attraverso il riutilizzo delle aree dismesse va considerato che il petrolchimico ancora oggi costituisce una importante componente della base produttiva brindisina, che garantisce reddito e occupazione, anche se la sua rilevanza è stata messa in discussione dai profondi processi di ristrutturazione e di riconversione produttiva attivati dalle aziende presenti nell’area e dalla dismissione di impianti produttivi verificatisi nell’ultimo decennio; che ai processi di riconversione e dismissione delle aziende chimiche non si sono contrapposti significativi fenomeni di nuova industrializzazione; che la crisi del comparto chimico ha comportato importanti riflessi anche sull’indotto, ossia su quelle aziende metalmeccaniche, di impiantistica, edili e di supporto alla attività di movimentazione dei prodotti; che proprio per porre un argine a questi fenomeni veniva firmato il 2 agosto del 2006 un accordo di programma tra il Ministero delle Attività Produttive, il Ministero del Lavoro, la Regione Puglia, Sviluppo Italia e Confindustria; che oggetto dell’accordo era, tra l’altro, la individuazione di nuove iniziative produttive in grado di corrispondere a requisiti di stabilità nel medio e lungo periodo e di qualificazione tecnologica e mercantile in uno con la capacità di determinare il possibile riutilizzo dei siti industriali dismessi ed il più ampio reimpiego dei lavoratori provenienti dalle imprese in crisi; che l’inserimento di Brindisi tra le Zone Economiche Speciali deve essere l’occasione per riprendere quegli obiettivi, aprendo un nuovo tavolo di lavoro sulla chimica e chiedendo ad ENI Versalis di rivedere i suoi programmi di investimento inserendo Brindisi tra le aree in cui avviare investimenti nel settore della chimica verde; che il nuovo modello di sviluppo che occorre immaginare per la nostra città deve basarsi sulla rigenerazione del territorio, dal punto di vista economico, sociale ed ambientale, generando importanti investimenti in ricerca ed innovazione; che la chimica verde rappresenta, da questo punto di vista, una opportunità che va perseguita atteso che utilizza materie prime rinnovabili, valorizza l’integrazione con il territorio e si basa sulla ricerca e l’innovazione. Tanto premesso, IMPEGNA il Sindaco di Brindisi ad aprire un nuovo tavolo di lavoro sulla chimica, chiamando ad un confronto serrato il Governo Nazionale, la Regione Puglia e l’ENI.

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