Autore: Controvento IN EVIDENZA

Sottopasso della Sciaia: caso di stenosi viaria. E allora operiamo!

Nell’intervista di bilancio biennale concessa al direttore Antonio Celeste per il sito di Agenda Brindisi, il sindaco Riccardo Rossi ha parlato anche del proposito di allargare il sottopasso della Sciaia, una strozzatura ormai cronica come titoliamo in copertina. Ed è proprio questo l’argomento di cui – naturalmente a suo modo – si occupa questa settimana il nostro Bastiancontrario. (Nella foto l’immagine scelta per la prima pagina di Agenda Brindisi di questa settimana).

«Lo stiamo perdendo, lo stiamo perdendo!». Così urlano i medici delle tante serie tv che ruotano intorno al mondo degli ospedali statunitensi. E’ il medesimo allarme che potremmo lanciare noi per un malato nostrano molto, molto grave: il traffico per e dalle zone balneari, che a Brindisi si concentra nell’area della litoranea nord. Facciamo però un passo indietro, come nei romanzi d’appendice. Metà degli Anni 50, giorno di Pasquetta. Racconta mia moglie, allora bambinetta, che la sua famiglia, carica di viveri, si imbarcava per il Casale per poi incamminarsi su di una lunga stradina bianca che portava alle Fontanelle, dove abitava un loro congiunto. Per arrivare a quell’ambita meta, attraversavano un angusto sottopasso, una strettoia, un piccolo gorgo nero. Bene, anzi male, quel vergognoso, anacronistico imbuto, sta ancora lì, a testimonianza di una città che certi problemi non vuole o non sa affrontarli con determinazione vincente. Credo che in Italia, almeno nelle città a vocazione turistica, non ci sia un obbrobrio pari al nostro vetusto sottopasso. Dell’eventualità di progettare l’allargamento della vena viaria per il mare, in modo da trasformarla in un’arteria decente, si parla almeno dai tempi del sindaco Mennitti e dell’assessore Bruno, piccatu ca … direbbe Giancarlo Cafiero.
Quasi un anno fa, a palazzo Nervegna, si tenne una tavola rotonda su temi quali la rigenerazione urbana, la smart city, l’ambiente, il porto. Il nuovo PUG delle mirabilie. Prima c’erano stati vari forum di approfondimento a Palazzo Guerrieri, una sorta di stati generali precontiani … Tutte cose nobilissime ma ancora allo stato embrionale. A noi brindisini, è il passaggio da potenza ad atto che ci frega. Al pari di certi dongiovanni, siamo bravissimi nei preliminari, ma quando si tratta di concretizzare, facciamo cilecca come Paolo il caldo. Per quanto concerne il budello di via Materdomini, nelle more della piena attuazione del grandioso progetto generale che prevede bretella, una Cala di tipo californiano, il rilancio di Forte a mare e altro, cominciamo da una cosa elementare ma necessaria e urgente: allarghiamo quella vena che ci sta soffocando. Ma davvero rosicchiare all’aeroporto militare tre metri in larghezza e una cinquantina di metri in lunghezza è un problema? Non lo è né dal punto di vista tecnico né da quello burocratico amministrativo e, se lo fosse, ciò certificherebbe la nostra assoluta inettitudine e resteremmo per sempre un paesone di serie B.
L’anno scorso il comitato di quartiere Casale-Sciaia rivolse un appello alle autorità comunali evidenziando la serie di problemi che annientano ogni ambizione di sviluppo urbanistico in zona Sciaia. La risposta è stata quella fornita giorni fa dagli assessori Brigante e Masiello: nuova temporizzazione dei semafori … Pannicelli caldi insufficienti a curare il malato. Nel piano cartesiano del tempo e dello spazio, coordinate esistenziali dell’uomo, si è pensato solo a modificare il tempo, ignorando la fondamentale modifica dello spazio. Errore! Basta con visioni miopi che prolungano solo l’agonia del moribondo traffico balneare, è tempo di operare d’urgenza!
Bastiancontrario

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