Autore: Attualità IN EVIDENZA

De Falco e Sottile, 25 anni dopo: il sacrificio che cambiò la nostra città

All’altezza del chilometro 46+300 della statale 379, la notte del 23 febbraio 2000, il vicebrigadiere Alberto De Falco e il finanziere scelto Antonio Sottile, due valorosi difensori dello Stato, di servizio su una Fiat Punto, furono travolti e uccisi da una jeep corazzata con a bordo due contrabbandieri: Giuseppe Contestabile e Adolfo Bungaro. Nella sfida dello Stato al mondo del contrabbando De Falco e Sottile andarono eroicamente incontro alla morte.

Il traffico illecito di “bionde” in Italia era in quegli anni una spina nel fianco della legalità. Dopo alcuni decenni che videro Napoli come centro privilegiato, a partire dagli anni Ottanta cambiò rotta spostandosi sulle sponde dell’Adriatico, in Puglia.
«Sempre meglio che andare a rubare» si diceva a quei tempi a Brindisi, quando il contrabbando era visto come un forte ammortizzatore sociale. Erano migliaia le persone senza lavoro che campavano in quella maniera: scaricavano le “bionde”, sigarette da rivendere agli angoli delle strade, a poco prezzo. Fu anche per gestire questi traffici che la notte di Natale del 1981 Giuseppe Rogoli fondò nel carcere di Bari la Sacra Corona Unita. L’organizzazione criminale pugliese, secondo quanto si seppe in seguito, fu costituita in accordo tra la Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo e la ‘Ndrangheta di Rosarno.

Il traffico delle bionde diventò una vera e propria industria d’oro grazie alla criminalità pugliese, ai porti greci e del Montenegro e al politico montenegrino Djukanovic. Il sacrificio dei due finanzieri cambiò però il corso della storia. La reazione dello Stato fu immediata. Enzo Bianco, ministro dell’Interno, varò l’Operazione Primavera.
Dopo anni di tolleranza, la struttura contrabbandiera che aveva fatto meritare a Brindisi l’appellativo di Marlboro City fu smantellata in poco più di cento giorni.
L’azione dello Stato fu intensa e martellante già dalle prime settimane. Scesero in campo oltre tremila uomini. Furono sequestrati fuoristrada blindati, esplosivi, armi, motoscafi e gommoni, vennero arrestate più di un centinaio di persone e altrettante furono denunciate. Un colpo decisivo fu inferto anche al sistema di comunicazione dell’organizzazione criminale: furono distrutti tutti i tralicci e gli apparati radio.
Il regista Benito Ravone recentemente ha raccontato quegli anni nel documentario Tabacchi Lavorati Esteri, nel quale racconta anche del Bar Guatemala di Brindisi e di chi lo gestiva come fosse una vera e propria “borsa valori” del mercato delle sigarette di contrabbando.
L’allora procuratore nazionale antimafia Piero Luigi Vigna disse che l’operazione aveva «determinato un ritiro dalla zona pugliese». I contrabbandieri tentarono di trasferire i loro traffici in altre zone dell’Adriatico, con scarso successo. Ormai le droghe, le armi e gli esseri umani erano business molto più lucrosi.
Se questi sono i fatti, così come ce li restituisce la storia, dopo l’Operazione Primavera, con il debellamento del contrabbando ormai realizzato da tempo, sorge spontanea la domanda: come è cambiata Brindisi? Quella felice azione dello Stato ha portato veramente la primavera, come prometteva?

Oggi non è tutto rose e fiori e purtroppo temiamo di non poter essere smentiti. La continua alternanza degli schieramenti politici alla guida della città, che preclude una feconda continuità amministrativa-gestionale, fa sì che Brindisi, a distanza di venticinque anni, non abbia ancora colto completamente le opportunità offerte dall’Operazione Primavera.
In quel periodo Brindisi soffriva di un profondo “inquinamento sociale”, sovrapponendo, e legittimandolo, il mercato del lavoro illegale a quello legale. Su questo tema non si è mai lavorato seriamente. Sono le contraddizioni di una città che vive toni e contenuti mai modificati davvero. Basti pensare al recente scandalo “Soldi in cambio di voti”. La questione del post-contrabbando fu inizialmente risolta distribuendo posti nelle aziende private e pubbliche, senza però porre la giusta attenzione alle politiche attive del lavoro, alla formazione professionale, all’istruzione, alla qualità della vita nei quartieri, all’efficienza dei servizi. Sono soprattutto le politiche relative alla questione-lavoro che si sono rivelate assolutamente inadeguate.
Oggi Brindisi continua a non comprendere del tutto le priorità imprescindibili. Bisogna rigenerare interi quartieri, i giovani chiedono garanzie a fronte di trasformazioni industriali che potrebbero portare centinaia di nuovi posti di lavoro, piuttosto che lasciare intere famiglie senza lavoro. Così come c’è necessità di una sanità migliore e di tornare a riempire il porto di merci e non solo di carbone. Brindisi non ha bisogno di promesse o spot elettorali. Ha bisogno, invece, di una nuova Operazione Primavera, questa volta non per contrastare la illegalità ma per ridare vita alla città.
Nicola Ingrosso (dal settimanale Agenda Brindisi – 21 febbraio 2025)

CERIMONIA COMMEMORATIVA – Il sacrificio di De Falco e Sottile, a 25 anni dalla morte, sarà ricordato domani (lunedì 24 febbraio) con una cerimonia commemorativa che si terrà alle 10.00 con la deposizione di una corona d’alloro nel luogo del tragico evento. Saranno presenti il comandante regionale Puglia della Guardia di Finanza, generale di divisione Guido Mario Geremia, il comandante provinciale della GdF colonnello Emilio Fiora, e le massime autorità locali civili e militari del territorio. Seguirà una Santa Messa che sarà officiata da Mons. Santo Marcianò, arcivescovo ordinario militare per l’Italia, nel santuario di Santa Maria Madre della Chiesa di Jaddico.

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